I signori della miniera: Enrico Serdini

I signori della miniera: Enrico Serdini

È l’uomo che, con molte probabilità, è stato determinante nella nascita della miniera di Abbadia San Salvatore. C’è chi l’ha descritto come una specie di rabdomante, chi ha insinuato che svolgesse le sue ricerche mosso dall’esoterismo, in realtà Enrico Serdini era un esploratore minerario. Un uomo con una grande passione e soprattutto un grande sogno. E allora vediamo chi era davvero Enrico Serdini, l’esploratore di miniere.

Le origini:

Nato a Montepulciano il 24 novembre 1859, il giovane Enrico Serdini è uno che deve presto imparare ad inventarsi la vita. Perde entrambi i genitori in tenera età e a prendersi cura di lui per un po’ di tempo è uno zio che vive a Roma. Probabilmente è proprio in questa fase che viene avviato agli studi di mineralogia scoprendo che per la materia egli prova un’autentica passione.

Una passione che lo accompagnerà per tutta la vita e che ad un certo punto diventerà motivo della sua esistenza stessa. Ma nella complicata quotidianità di Serdini la sfortuna torna presto a presentargli il conto.

 Anche lo zio muore ed Enrico Serdini rimane solo, costretto a campare di stenti e di lavoretti occasionali in giro per l’Italia. Ma la passione per il mondo dei minerali e la speranza che da essi si possa ricavare una fortuna non lo abbandona più, così, una volta tornato in Toscana, Serdini non perde occasione per recarsi nelle miniere del grossetano e da lì imparare, carpire, fare pratica. Non potendo seguire un regolare corso di studi, la determinazione lo spinge ad ottenere le competenze necessarie come può, sul campo, lavorando nelle miniere locali.

L’arrivo sul Monte Amiata:

Non ci è dato sapere in effetti il livello di studio e di competenza assunto da Serdini in base a quelle che oggi chiameremmo “esperienze lavorative”, e conosciamo solo alcuni dei testi da lui utilizzati per arricchire la propria competenza sulla mineralogia. Quello che però sappiamo di sicuro è che ad un certo punto Ernico Serdini venne a sapere che sul Monte Amiata era in pieno vigore la corsa all’argento vivo e dal pensiero che quella corsa fosse anche la sua non si separerà più.

Quando Enrico Serdini arriva sul Monte Amiata scopre che molti altri prima di lui si sono lanciati nella ricerca degli affioramenti di cinabro e delle vene sotterranee nelle viscere dell’antico vulcano. Alcuni di loro sono uomini molto facoltosi come Vittorio Emanuele Rimbotti, un ricco possidente originario di Savona ma residente a Castel del Piano, nel versante occidentale dell’Amiata. Le sorti di Serdini si legano indissolubilmente a Rimbotti e agli impresari che lavorano per lui come la ditta Mastripieri, presso la quale Enrico Serdini trova occupazione.

Per la ricerca del minerale Serdini è disposto a tutto, fino quasi a ridursi in povertà pur di riuscire nel suo intento e anche a svolgere a proprie spese le rilevazioni quando i lavori degli impresari della zona si arrestano. Fatto che attira su di lui calunnie e dicerie di ogni genere. Ma il destino vuole che il vento stia finalmente per cambiare.

La nascita della Monte Amiata:

Dall’incontro tra Rimbotti ed un Banchiere di Friburgo, Eugen Buisson , nasce nel 1897 la Società Anonima delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, un’impresa che si avvale sin dal principio di ingenti capitali tedeschi per poter procedere allo sfruttamento dei giacimenti minerari amiatini. Serdini ancora non lo sa, ma questa sta per diventare l’occasione della sua vita.

Serdini, infatti, grazie alla sua esperienza sul campo e alla dedizione riposta nella ricerca del minerale (tanto che qualcuno lo definisce “un apostolo” della materia) è diventato in realtà forse il maggior esperto che si possa trovare sul territorio. Il problema, almeno all’inizio, sembra far incontrare la domanda con l’offerta. Ossia far sapere ai tedeschi che cercano disperatamente il minerale (con scarso successo) che esiste un uomo che sa dove trovarlo.

In effetti, dalla numerosa documentazione raccolta sembra che, almeno nel primo anno e mezzo circa in cui la Società Monte Amiata, guidata dall’ingegnere minerario Friedrich Ammann, avvia le operazioni di ricerca sulla montagna nel comune di Abbadia San Salvatore, Serdini lavori ancora per Mastripieri e non sia direttamente coinvolto. Sappiamo dalla testimonianza del legale della società, l’avvocato Giovanni Volpini, che fu però Serdini ad indicare ad Ammann il luogo, in località Piana del Saragio, dov’erano presenti gli affioramenti di cinabro e dove si potevano iniziare gli scavi.

Da quel momento prende letteralmente vita la storia della miniera di Abbadia San Salvatore. Una storia che durerà circa un secolo e che sconvolgerà buona parte della quotidianità della gente del posto, modificandone anche in parte usi e consuetudini.

Enrico Serdini viene assunto dalla Società Anonima delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata e lavora come caporale. Il 5 gennaio 1903 gli viene conferita anche la medaglia al valore per volontà degli altri minatori e della comunità di Abbadia. Tutti gli riconoscono grande prestigio morale e gli sono riconoscenti. Compreso l’ingegner Ammann che gli affida spesso incarichi delicati, come inviarlo ad esaminare un’altra miniera cinabrifera, quella di Cortevecchia nei pressi di Santafiora, per poterne valutare l’acquisto.

Ma quella che sembra una autentica storia di riscatto personale nasconde una subdola, grande insoddisfazione che Enrico Serdini serba dentro di sé e che decide di confessare solo alle pagine del proprio diario.

Per uno che scopre miniere ricche di tesori, sarebbe stato giusto e semplicemente logico di dover percepire una ricompensa. Ma nulla di tutto ciò, tanto meno da chi ne fece tali guadagni e altrettanti da chi oggi ne gode la sorte. È vero che in certe circostanze, un individuo debba per necessità di vivere tacere, ma però chi resta ingannato in certe circostanze, non potrà mai acconsentire, ma l’ingratitudine di coloro che accenno qui, saprà con loro naturale sistema, mi hanno a spiegare le mie reminiscenze. Essi per natura avidi di ricchezza, costoro strappando gli affari che avevo conquistato con mio operato e con le mie povere fatiche, mi si sono insidiati così trionfalmente. Come dover tacere su questi. Mentre vidi e tuttora vedo scozzare un mazzo di carte trasparenti al più sleale illusionismo contro il mio faticoso lavoro e leale operato. Ma ditelo francamente e buttate giù il velo, o signori che mi fate i guadagni e che oggi ne godete la sorte.

Enrico Serdini. Esploratore di miniere

Eppure, come abbiamo visto, la fiducia in lui riposta dal direttore Ammann si era manifesta anche quando, nel 1904, aveva deciso di inviare proprio Serdini ad esaminare la miniera di Cortevecchia, possibile prossimo acquisto della Società Monte Amiata (poi effettivamente avvenuto poco tempo dopo). Non solo, una volta confermato l’acquisto della nuova miniera, Serdini ne viene nominato Caposervizio. Un ruolo però ben lontano dalle sue reali ambizioni.

Chi è vi domando a voi o signori, lo scopritore della miniera e di tanta sorte a voi trovata? Tacete pure, ma queste testuali annotazioni fatte di vere e documentate testimonianze, vi accuseranno che l’operaio Serdini Enrico fu esso di avere esplorato il terreno e cooperato a tanta munificienza per voi e per il pubblico erario e per la classe lavoratrice, se in nome dei miei poveri figli, che il mio operato sia giudicato da chi oggi è sostenitore della giustizia. Ah! ah! Triste furono i miei pensieri a far quando i miei propositi e le mie idee eran raccolte nell’intento di dare sviluppo ad una industria che oggi tutti hanno compreso l’esistenza delle ricchezze che prima giacevano sepolte. Ed io nel mio ragguagliamento stavo dicendo, eppure ci è perché non si deve attivare la tua ricchezza o fortunato monte? Se questi erano i miei pensieri erano frammezzo a tanta tristezza.

Enrico Serdini. Esploratore di miniere

Proprio alla miniera di Cortevecchia, Enrico Serdini si ammala di malaria e il 18 agosto 1906, a soli 47 anni, muore. La sua non è stata solo la storia di un cercatore di minerali, non può essere considerata semplicemente la vicenda di un uomo in cerca di fortuna. Quella di Serdini è la storia di un sogno e di una passione. Il sogno e la passione dell’Esploratore di miniere.